domenica 31 gennaio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
FORMAGGIO "RAVIGGIOLO"
Raccolta delle felci, una delle componenti principali nella preparazione del Raviggiolo, formaggio fresco tipico dell'appennino tosco-romagnolo da consumare entro 4 giorni.
mercoledì 20 gennaio 2010
LA TRADIZIONE DELLA PASQUELLA
Nelle nostre zone di montagna, la festa dell'Epifania è molto "sentita" ed è chiamata Pasquella, che nell'opinione popolare è la prima Pasqua dell'anno.
E' una festa dei bambini che alla vigilia, il 5 gennaio, appendono le calze nei camini, dal quale scende nella notte la Befana a riempirle con dolci e giocattoli, e a volte con carbone o aglio e cipolla.
Questi regali, offerti nell'Epifania, ricordano i doni che i Re Magi portarono al Bambinello di Betlemme.
Ma è anche una festa dei più grandi che, sempre nella vigilia, vanno per le case (come a ricordare il viaggio dei Re Magi) cantando la "Pasquella".
Dopo i canti della Pasquella, i Befanotti intonano gli "Stornelli" o "Rispetti" goliardici in cui la gente del luogo viene ricordata in maniera divertente.
A Spinello la "Pasquella" era stata bruscamente interrotta per diversi anni, per riprendere negli anni '70. Fino ad arrivare ai giorni nostri con il gruppo dei Befanotti di Spinello composto da circa 25 persone.
Al termine dei canti nelle case il paese ed i Befanotti si ritrovano nella Piazza Scordino per cantare, ballare e bere un buon brulè accanto ad un bel falò, mentre ai bambini vengono distribuite dalla Befana delle calze di dolci, offerte dalla Pro Loco di Spinello.
Questa tradizione si rinnova di anno in anno, anche con i ragazzi più giovani che portano avanti la bella ed amata festa.
Dopo tutti i canti ed i balli i bambini, non prima di aver controllato le calze appese, corrono a letto e si addormentano ansiosi di trovare qualcosa di speciale la mattina seguente ...
PERMACULTURA e AGRICOLTURA NATURALE
Home un film di Yann Arthus-Bertrand e Luc Besson
Alpin permakultur am Krameterhof di Sepp Holzer
Aquakultur di Sepp Holzer
Terrazzen und hugelbeete di Sepp Holzer
Ci sono due scuole di pensiero, quella di Fukuoka (agricoltura naturale) e quella di Mollison (permacultura).
Il primo a lanciare e cimentarsi in questa idea è stato Masanobu Fukuoka.
Fukuoka dice: “…con questo metodo di coltivare che non usa né macchine, né concimi preparati, né prodotti chimici, si ottiene una produzione uguale o superiore a quella della media azienda moderna.”
Una volta si usava molta terra, con molto lavoro, i soldi non c’erano (quindi niente trattori) e si produceva poco. Poi sono arrivati i soldi (trattori, concimi, ecc) e la produttività è aumentata.Secondo Fukuoka esiste un quarto fattore, una vera e propria filosofia di vita: la pratica del “MU”, la filosofia del “non fare”, del “lasciar fare”.
Fukuoka in 30 anni (la sua filosofia nasce negli anni ’40) ha ricreato la “natura vera”dove la terra non viene lavorata con l’aratro, le piante crescono in disordine come in un bosco, le erbacce crescono assieme ai fagioli ... I 4 principi dell’Agricoltura Naturale sono:
1. nessuna lavorazione del terreno
2. nessun concime chimico né composto preparato
3. nessun diserbo
4. nessuna dipendenza da prodotti chimici
“Sedendo quietamente, senza far nulla, viene la primavera, e l’erba cresce da sé”
La teoria di Fukuoka si potrebbe anche ricondurre ad un passo del Vangelo di Matteo 6,26 “Guardate gli uccelli dell’aria, non seminano, non mietono, né hanno granai, è vostro Padre, quello celeste, che pensa a nutrirli”
O meglio, l’uomo deve intervenire lavorando con la natura e non contro. Lo sviluppo del terreno è in verticale e non monoculturale, ciò significa che tende ad eliminare o a ridurre drasticamente i consumi di prodotti a base di farinacei (grano, orzo, ecc) che potrebbero essere sostituiti con altre colture (castagne, nocciole, noci).
Un esempio: la composizione delle castagne è uguale a quella del riso e il potere nutrizionale è come quello dei cereali.
L’orto si fa nel frutteto. Le erbacce vanno tenute sotto controllo con la pacciamatura e solo nell’epoca della semina degli ortaggi. Quando questi ultimi saranno cresciuti non avranno più competizione dalle erbacce che anzi aiuteranno contro i parassiti.
Tutto si ricicla: le acque scure si utilizzano per innaffiare, il sole per scaldare l’acqua, il vento per produrre elettricità, il letame per produrre metano e concime.
I sei principi della permacultura sono:
1. pianificare in altezza
2. rispettare le strutture
3. lavorare con elementi multipli
4. individuare i settori (vento, sole, ecc)
5. definire le zone
6. massimizzare l’effetto dei confini
I fondamenti etici sono:
a. prendersi cura della terra
b. prendersi cura della gente
c. condividere le risorse
La “Permacultura” è l’antitesi al capitalismo, non puoi fare profitti con essa.
Il punto è che, tra gli output della produzione, il più importante è “la qualità della vita”.
E qui si scopre che l’input di Fukuoka corrisponde all’output di Mollison.
I due metodi hanno lo stesso scopo: la ricreazione del mondo.